La lezione è strutturata in modo da preparare il corpo al movimento e incrementarne le possibilità attraverso la consapevolezza del proprio sistema scheletrico, muscolare e articolare, del proprio peso e del proprio equilibrio, e delle relazioni tra ritmo, spazio, forma e forza. Attraverso un riscaldamento guidato essa conduce gradualmente dal suolo alla verticale, con particolare attenzione al respiro, al più proficuo uso degli appoggi, al riconoscere le possibilità dinamiche offerte dal proprio peso direzionato nello spazio in accordo con la gravità, così da poter mantenere fluidità, rapidità e precisione anche nelle più ampie sequenze, nella più ricca varietà degli appoggi e nella velocità.
La complessità del processo di formazione di un danzatore comporta però fin da subito l’intersecarsi di più piani: si tratta di costruire il proprio strumento e contemporaneamente imparare a suonarlo; inoltre, lo strumento è abitato – ogni esperienza avviene perciò all’interno di uno scambio continuo tra un dentro e un fuori che dialogano incessantemente e necessariamente tra loro, e reciprocamente si nutrono.
Una parte importante e via via crescente verrà perciò dedicata a proposte laboratoriali e di improvvisazione, in un percorso di riscoperta e affinamento dell’ascolto, del riconoscimento e della consapevolezza della connessione tra stato interno e movimento quale motore reale dell’agire sulla scena.
Verranno condivisi i principi di una ricerca che àncora il sistema di azione/reazione/relazione nello spazio al sentire profondo, liberandolo dal disagio di una presenza sperduta e aprendo invece alla possibilità di produrre forma e significato a partire da un soggetto sensibile e creativo.