TEATRO OVER 60

DAI CONTIME....

Questa xe ‘a storia de sior Intento
che dura tanto tempo
che mai no se destriga.
Ti vol che tea conta
o ti vol che tea diga?

Questo corso è rivolto a chi ha voglia di conoscersi, di conoscere e di condividere storie giocando con il teatro, con le parole, le lingue, i dialetti, la musica ed il corpo. In Inglese il verbo to play ha un doppio significato: giocare e recitare. Frequentare un corso di teatro significa avere la voglia di giocare insieme divertendosi ed imparando ad usare in maniera creativa due strumenti che abbiamo a disposizione: la voce ed il corpo. Perciò chi ha tempo non aspetti tempo per giocare, mettersi in gioco, sorprendersi stupirsi, scoprirsi, ascoltarsi,rivelarsi, nascondersi e inventarsi. Quest'anno mi piacerebbe partire dalla narrazione di sé come pretesto e punto di partenza per indagare storie, segreti, rivelazioni, ricordi, desideri, bisogni, anedotti in cui la realtà pian piano si mescola alla fantasia portandoci in terreni sconosciuti e irraggiungibili dove il teatro dell'immaginario possa far da padrone assoluto. Una sorta di ricostruzione romanzesca della nostra storia mista ad altre storie che insieme compongono l'eterna commedia umana. Lavoreremo di pari passo sulla voce e sul corpo allenando questi due strumenti ad esprimersi in maniera libera e fluida in un clima di fiducia e serenità. Ci occuperemo di scrittura creativa, costruzione dei personaggi e improvvisazione corale. Verrà dato spazio sia alla fantasia del singolo sia alla forza del gruppo che lavorando insieme diventerà sempre più unito e consapevole. Studieremo l'importanza della “presenza scenica” legata al “qui e ora” che sono la base del lavoro teatrale. Verrà dato spazio sia alla creazione personale sia alla forza del gruppo passando dal lavoro sul singolo alla costruzione di scene corali. Alla fine del corso è prevista una restituzione al pubblico del lavoro fatto durante l'anno.

“se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo tornare al tempo in cui i guerrieri si riunivano intorno ad un falò a raccontare le loro storie”

Paulo Coelho